Carlos Castaneda
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CARLOS CASTANEDA E GLI
Gli Stregoni Toltechi dell'Antico Messico e la loro caccia al Potere Il lettore di Castaneda che abbia una mente aperta si accorge presto che i suoi scritti riflettono una sapienza tanto vasta quanto antica e misteriosa. Il personaggio don Juan non può essere frutto di una mera invenzione giacché, se così fosse, allora lo stesso Carlos dovrebbe avere in sé l’infinita saggezza del suo benefattore. E poi, ogni lettore ha la possibilità di sperimentare di prima mano tutto ciò che viene descritto… e potrebbe rendersi conto che è tutto vero… L’Isola del Tonàl termina con il resoconto della fine dell’apprendistato di Castaneda, che avviene tramite una manovra tremenda e strabiliante. Subito dopo che don Juan lo saluta per l’ultima volta come un guerriero impeccabile, Carlos si getta con tutta la sua fisicità in un precipizio. Castaneda si sveglia nel suo ufficio di Los Angeles, completamente confuso: «Dopo aver esaminato e analizzato, con la massima cura, le sensazioni percepite durante quel tuffo nell’abisso e le interpretazioni datene, giunsi al punto di non poter credere, razionalmente, che esso fosse avvenuto. Eppure, una parte di me era convinta, ostinatamente, che il volo era avvenuto per davvero.» (1) Una volta tornato in Messico per cercare di capire cosa era successo, Carlos prende atto che il suo maestro è davvero scomparso e che non c’è modo di rintracciarlo. Nei successivi scritti IL SECONDO ANELLO DEL POTERE e IL DONO DELL'AQUILA, Castaneda testimonia un periodo di grande sconcerto e turbamento. Lentamente vengono a galla ricordi di avvenimenti di cui non aveva alcuna coscienza. Ci vogliono anni per ricomporre il variegato puzzle in un insieme sensato. Castaneda comprende come don Juan gli abbia impartito solo una parte del suo insegnamento al livello della coscienza ordinaria (la prima attenzione, il lato destro). La parte più vasta e misteriosa dell’insegnamento di don Juan è stata invece trasmessa in particolari stati di coscienza chiamati consapevolezza intensa (seconda attenzione, lato sinistro). Quando un essere umano vive esperienze nella seconda attenzione non può ricordare subito quanto accaduto una volta che è tornato all’abituale stato di coscienza. Carlos riferisce: «Tutta l’organizzazione dell’insegnamento di don Juan si basava sull’idea che l’uomo ha due tipi di consapevolezza. Li chiamava lato destro e lato sinistro e di conseguenza differenziava i propri insegnamenti in lezioni per il lato destro e lezioni per il lato sinistro. Descriveva il primo come lo stato normale per tutti noi, ovvero lo stato di consapevolezza necessario nella vita di ogni giorno. Diceva che il secondo stava per tutto quanto non era normale, il lato misterioso dell’uomo, lo stato di consapevolezza necessario a esercitare la funzione di sciamano o veggente.» (2) Anche se tutto questo può apparire incredibile, tutti possono constatare un fenomeno simile attraverso i propri sogni ordinari. Ciò che si ricorda dei propri sogni non è che una piccola parte dei reali accadimenti onirici; la parte più rilevante di questo esiguo ricordo la gestisce la mente ricostruendo, rielaborando e dando una qualche forma di coerenza ai fatti sognati. Il ricordo più fedele alla realtà del sogno lo si ha immediatamente dopo aver sognato e, rapidamente, la nitidezza viene meno, fino a quando ore dopo, o giorni dopo, l’intera memoria del sogno scompare dalla coscienza. I libri successivi: IL FUOCO DAL PROFONDO, IL POTERE DEL SILENZIO e L'ARTE DI SOGNARE, sono un resoconto straordinario delle reminescenze di Castaneda, degli innumerevoli insegnamenti di don Juan recuperati dagli anfratti misteriosi della seconda attenzione in cui erano custoditi.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI (1) Carlos Castaneda, L'Isola del Tonal
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