CONVERSAZIONI CON CASTANEDA
Graciela Corvalan
GRACIELA CORVALAN
1981 Dialogo a fondo con Carlos Castaneda,
Traduzione italiana: Conversazioni con Carlos Castaneda, Lindau, 2007, pag 76.
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UNA DELLE RARE INTERVISTE: CONVERSAZIONI CON CASTANEDA
«Intervistai Carlos Castaneda a Los Angeles e fu un’esperienza molto interessante. Ci raccontò le sue vicende con franchezza e semplicità, narrando da un punto di vista inedito episodi centrali della sua vita e fornendo nuove chiavi di lettura per chiarire alcuni passaggi oscuri dei suoi libri.» (Graciela Corvalan) Questo il commento di Graciela Corvalán, studiosa del misticismo contemporaneo, che nella presente intervista, una delle poche concesse dal Nagual Carlos Castaneda, affronta questioni e passaggi basilari del pensiero e della ricerca spirituale del primo periodo del grande antropologo. Il periodo parte dall’incontro di Castaneda con lo Sciamano (Uomo di Conoscenza) Yaqui don Juan Matus avvenuto nel 1960 in Arizona – un fatto che segnerà per sempre la sua vita – fino alle alle spettacolari avventure con alcuni dei protagonisti dei suoi primi libri (l'impeccabile don Genaro, la sontuosa Gorda, le "terribili" sorelline…), toccando molti concetti-chiave della sua opera magica, quali il piano del Tonal e del Nagual, il Sognare e l'esercitare l'Arte dell'Agguato. Quella che Castaneda intraprende impeccabilmente è la Via del Guerriero, un percorso iniziatico capace di svelare i mezzi necessari a rompere le catene dei condizionamenti e a far uscire dalla prigione percettiva del mondo quotidiano: si tratta di un percorso di liberazione da una vera e propria schiavitù (non solo psicologica!) che mira alla libertà totale. Questo libro/intervista (pur datato, in quanto scritto nel 1981) ci rivela alcuni interessanti e preziosi retroscena dell'azione magica del Nagual Castaneda e dei suoi compagni Sciamani.
«Avevo scritto da diversi mesi (due lettere per la precisione), quando Carlos Castaneda mi chiamò al telefono. Era la metà di luglio. La sua chiamata mi colse totalmente di sorpresa. Castaneda parlò a lungo e, senza averglielo chiesto, si offrì di darmi delle informazioni. Era interessato a incontrarmi e a parlare. Mi disse che il lavoro che stava realizzando era di notevole importanza. «Non sono né un guru né un ciarlatano», insistette riferendosi ad alcuni critici e giornalisti. Castaneda è un ricercatore serio, interessato a parlare delle indagini compiute in Messico e della sua opera epistemologica. Secondo lui, l'uomo europeo non concepisce che ci sia qualcuno che abbia una visione della realtà diversa dalla sua. Trovandosi già a Los Angeles, Carlos Castaneda mi telefonò. Non trovandomi, lasciò un messaggio e le indicazioni relative all'ora e al luogo dell'appuntamento: «Parta dalla freeway per questa via e svolti a destra nell'altra. Oltrepassi quindi quattro lampioni. Lì a sinistra c'è la Chiesa dell'Immacolata che a lei non interessa, svolti a destra dove troverà il campus dell'UCLA [University of California, Los Angeles]. Entri nel parcheggio, di domenica non c'è nessuno e lei potrà trovare posto senza problemi. Solitamente c'è poca gente durante i fine settimana. Alle quattro del pomeriggio, allora, vicino alla portineria».
«Castaneda sapeva che saremmo arrivati su una Volkswagen marrone. Quella notte e il mattino seguente lavorai intensamente ai miei appunti. Avevo dormito poco ma non ero stanca. All'una i miei amici e io ci dirigemmo verso il campus dell'UCLA. Ci aspettavano poco più di due ore di viaggio. Seguendo le indicazioni di Castaneda, arrivammo senza problemi al parcheggio dell'Università. Mancavano ancora quindici minuti alle quattro, così ci fermammo in un luogo ombreggiato. Alle quattro in punto, alzai lo sguardo e li vidi venire verso l'auto: la mia amica insieme a un signore scuro e più basso di lei. Castaneda vestiva jeans azzurri e camicia aperta sul collo color crema pallido. Scesi dall'auto e mi affrettai a incontrarlo. Dopo i saluti e i convenevoli, gli chiesi se mi fosse permesso di usare un registratore. «No, è meglio di no», rispose con un cenno delle spalle. Ci incamminammo comunque verso l'auto per prendere gli appunti, i quaderni e i libri. Carichi di fogli e volumi, ci lasciammo condurre da Castaneda.» (Graciela Corvalan, 1981, Conversazioni con Castaneda, pag. 8-9)
CITAZIONI DAL TESTO PER ARGOMENTO
1 - AAA
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